Il 26 dicembre 2020, in occasione della festa parrocchiale di S. Stefano in Pizzoli, il Cardinale  Enrico Feroci, sarà accolto nella sua terra natia, il Comune di Pizzoli in provincia di L’Aquila, per fare visita e festeggiare con i suoi paesani la nomina cardinalizia.

L’invito, partito sia dal sindaco di Pizzoli Giovannino Anastasio e dal parroco don Claudio Tracanna, sarà l’occasione per concretizzare la festa che l’intera cittadinanza pizzolana voleva fare al cardinale Feroci, in occasione del Concistoro pubblico, durante il quale il 28 novembre papa Francesco lo ha creato cardinale. Don Claudio tracanna aveva messo in moto una macchina organizzativa, insieme al Comune di Pizzoli, con cui voleva portare a Roma 10 autobus, colmi di paesani e amici che voleva fare festa a un così insigne figlio della loro terra, ma a causa delle restrizioni per il covid-19, non è stato possibile portare avanti il progetto.

Il papa nell’imporre la berretta cardinalizia al Cardinal Feroci, ha amichevolmente sottolineato che lo faceva Cardinale della parrocchia dove era ed è rimasto Parroco, cioè della parrocchia di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva e rettore del Seminario della Madonna del Divino Amore. Un episodio simile, se avesse accettato la nomina dal papa dell’epoca, sarebbe accaduto nel passato a san Filippo Neri, anch’egli parroco a Roma, dedito come il Card. Feroci ha un impegno quotidiano in difesa e in aiuto ai poveri.

Don Claudio Tracanna, parroco di Pizzoli, ha più volte sottolineato la vicinanza del cardinale Feroci al suo paese nativo e ha dichiarato che

proprio a Pizzoli, infatti, il neo cardinale è nato il 27 agosto 1940 ed è stato battezzato nell’antica e monumentale chiesa parrocchiale di S. Stefano a Monte il 15 settembre dello stesso anno. Il prossimo 26 dicembre, dunque, la comunità pizzolana, accoglierà il cardinale Feroci in occasione dei festeggiamenti in onore di Santo Stefano protomartire patrono di Pizzoli. A Pizzoli, paese natale del neo cardinale Enrico Feroci, la nomina è stata salutata dal suono delle campane e dall’invito alla preghiera per il neo porporato. Ricordo la prima volta che incontrai il neo cardinale don Enrico, allora parroco di sant’Ippolito a Roma. Mi disse, indicandomi l’antico fonte battesimale della parrocchia di santo Stefano di Pizzoli (L’Aquila): “Qui sono diventato cristiano, qui è iniziato tutto”. A Pizzoli ha portato per tanti anni la gente della sua parrocchia per i campi estivi: bambini, adolescenti, scout, anziani. Non c’era fascia dei fedeli della sua comunità che non venisse coinvolta. Un lavoratore indefesso, un bravo organizzatore. Quando ci accordammo per mettergli a disposizione la casa parrocchiale di Pizzoli, rimasi colpito dal modo in cui organizzò velocemente e bene la struttura pensando soprattutto ai ragazzi di sant’Ippolito. Scherzando ma non troppo, gli dicevo sempre: “Hai quasi quarant’anni più di me ma dall’intensità del tuo lavoro sembri un mio coetaneo”. Dava l’impressione che la strada tra Roma e Pizzoli non esistesse per quante volte veniva qui per coordinare i campi estivi e rimanere vicino ai suoi ragazzi.Un altro aspetto che mi colpì molto fu la testimonianza dei suoi vice-parroci che rimanevano a Pizzoli per guidare i campi. Alcuni erano originari della sua prima parrocchia, san Frumenzio. Li aveva visti crescere e poi li aveva seguiti lungo il cammino vocazionale. “Per noi è un padre, in parrocchia noi sacerdoti viviamo come in una famiglia. Il nostro riferimento è lui”. Un sacerdote sempre completamente immerso nel servizio alla sua gente, un parroco, come dice Papa Francesco, con l’odore della sua gente addosso. Un prete che ha saputo, con il suo ministero e la sua paternità, donare alla Chiesa altri sacerdoti. Il Comune e la Parrocchia hanno messo già in moto la macchina organizzativa per accogliere il porporato tenendo conto anche delle norme anticontagio che saranno rigorosamente rispettate.

Il Cardinale Feroci, prima dell’appuntamento al Concistoro Pubblico del 27 novembre, ha ricevuto domenica 15 novembre, al Nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore, l’ordinazione episcopale. A presiedere la liturgia è stato il Cardinale Vicario per la Città di Roma, Angelo De Donatis e i vescovi conconsacranti sono stati mons.Claudio Maria Celli, presidente emerito del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali e mons. Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni.

In una intervista a Vatican News, il cardinale Feroci si è soffermato su ciò che è essenziale per i cardinali, così come per i futuri sacerdoti: “Essere uomini veri, autentici ed avere accanto ai pilastri della spiritualità quell’umanità che permette di portare Cristo nella realtà” (di Daniele Pinton, laquilablog.it).