Martedì 18 ottobre alle ore 18 anche i bambini di Pizzoli si uniranno all’iniziativa promossa da ACS “Un moline di bambini recita il Rosario”.

Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) come ogni anno invita parrocchie, asili, scuole e famiglie a partecipare all’iniziativa “Un milione di bambini recita il Rosario”, prevista per il prossimo 18 ottobre. L’obiettivo della campagna di preghiera è quello di implorare i doni della pace e dell’unità, incoraggiando i bambini a confidare in Dio di fronte alle difficoltà. Il poster dell’iniziativa di quest’anno raffigura due mani aperte che avvolgono il globo e lo sostengono, insieme a bambini di tutti i continenti. Queste mani simboleggiano il Padre divino, che ha creato il mondo con amore e vuole salvare tutti gli uomini. 

L’iniziativa ha origine nel 2005, quando un gruppo di bambini stava recitando il Rosario di fronte a un’edicola mariana della capitale venezuelana Caracas. Alcuni dei presenti ricordarono le parole di Padre Pio: «Quando un milione di bambini pregherà il Rosario, il mondo cambierà». La campagna si è rapidamente diffusa in tutto il mondo. 

Come spiega il presidente internazionale di ACS, Cardinale Mauro Piacenza, «vedendo intorno a noi così tante guerre e malvagità, persecuzioni, malattie e paure che pesano sul nostro mondo, la gente potrebbe chiedersi: “È davvero Dio che comanda?”. Sì, è lui, ma dobbiamo anche cercare le sue mani tese verso di noi e aggrapparci a lui. Dio ci ha raggiunto, attraverso Maria.  Crediamo che, se preghiamo fedelmente il Rosario insieme, la santa Madre di Dio ci condurrà tutti come una grande famiglia tra le braccia amorevoli del nostro Padre celeste».  
 
Alla luce della situazione di guerra, violenza e grave povertà che regna in Paesi come l’Ucraina, la Nigeria, il Myanmar o il Pakistan, così come in Medio Oriente e nelle regioni africane del Sahel, ACS vuole affidare in modo speciale alle mani potenti e amorevoli del Padre divino e all’intercessione della Madre di Dio tutti quei luoghi in cui le persone non possono vivere in pace. 

La Fondazione ha registrato una risposta più che positiva nei diversi Paesi in cui l’iniziativa è stata diffusa, anche a seguito dell’incoraggiamento di Papa Francesco. «Alcune delle reazioni più positive che riceviamo provengono proprio da regioni in cui la pace è fortemente necessaria. Sapere che ci sono bambini provenienti dall’Iraq, dalla Siria, dalla Bielorussia o dal Myanmar che pregano con quelli che si sono riuniti a Fatima, in Portogallo, in Canada o negli Stati Uniti, è particolarmente commovente e ci fa sperare che l’amore che nasce dalla fede possa trionfare sulla violenza», ha commentato padre Martin M. Barta, assistente ecclesiastico internazionale di ACS.